...E si va a Trans Rumeni !!!
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- Moto posseduta: avevo un Xciting 250 arancio adesso.. vieni a Torno se la vuoi vedere!!!
...E si va a Trans Rumeni !!!
Sono le 15.30 del sabato dopo Ferragosto, e fa un caldo da star male. Ho messo il computer portatile a copiare una serie di video che ho girato ultimamente, ma già mi ha minacciato
più di una giornata di lavoro (ed è solo una copia!!!, figuriamoci l’elaborazione…)
Un mese fa esatto da oggi stavo pensando a questa cosa, come una possibilità remota, anche xchè quest’anno avremmo potuto viaggiare, mia moglie Silvia ed io, per diversi giorni, non lasciando né la casa né la suocera anziana da sole.
Un viaggio in moto era da escludersi, xchè mia moglie mi segue per brevi tratte, per lo più da una giornata, e poi a casa. Per un viaggio vero e proprio….
Quindi preparo insieme a lei un viaggio per vedere un pezzo di Spagna, quella atlantica, nota quasi solo per il cammino di Santiago de Compostela.
Ma intanto il tarlo lavora. La Flying V è a posto in tutto e per tutto, manutenzione, freni, trasmissione, tutto nuovo. Da che è scaduta la garanzia, sono tornato a farmi da meccanico personale. Xchè no? del resto non sarebbe la prima volta, dopo il Grossglockner dell’anno scorso.
Intanto mi godo con la moglie i giorni a zonzo per la Spagna dove abbiamo anche visitato Cabo Fisterra, uno dei punti più ad ovest dell'Europa.
Al tarlo si è aggiunta mia moglie stessa: “potresti fare un ovest est, come FabryRock che segui su YouTube. Lui ha fatto il Cape to Cap (da Capo Nord a Città del Capo), tu…”
Tornati in Italia inizio a mettere giù una tabella di marcia, anche x prenotare gli alberghi. E cavoli, faccio più chilometri in moto che quanti ne abbiamo già fatti in macchina. E’ da pazzi.
Non lo so. Avevo già invitato diversi amici su due ruote a condividere con me la strada, ma ogni appello era rimasto vano.
Al giorno 8 mi decido: cerco tramite il welfare aziendale e prenoto gli alberghi: la road map è intensa, ma fattibile. Preparo un foglio elettronico con i giri che voglio fare, i chilometri da coprire, il tempo stimato da Google Maps. Preparo valigie laterali e bauletto a cui si aggiungono le borse del paramotore in cui metto degli attrezzi per eventuali piccoli guasti meccanici. E’ tutto pronto. adesso non si torna indietro: il dado è tratto.
Giorno 11/8 Da casa a Maribor via Gorizia - Nova Gorica
635Km - 6h46’ previsti
Il bauletto e le valigie laterali sono pronti, quindi all’ora della sveglia mi metto in moto. Esco per le 6.30 circa e parto alla volta di Bergamo per prendere l’autostrada a Seriate. Non amo molto l’autostrada in moto, ma so che accorcia i tempi, quindi mi adeguo. Strada facendo, dopo aver spedito i miei consueti “buongiorno in musica”, mi risponde un’amica che abita a Venezia. Provo a mandarle un messaggio. Non è in ferie e se passo da lei ha piacere a fare una pausa caffè fuori orario. Evvai!! Un incontro che non avveniva dall’epoca in cui la prima figlia aveva pochi giorni, mentre adesso anche la piccolina è signorina. Un gran piacere rivedersi, con la promessa di inviare quante più foto faccio, con la controparte di non scrivere nulla sui social: non so se ce la farò, quindi meglio non vendere la pelle dell’orso prima di averlo cacciato. Riprendo la strada con l’aria che inizia a scaldarsi. Entro da Gorizia, xchè vorrei visitare la piazza che segna il confine, il Piazzale della Transalpina: qui c’è un monumento molto semplice, una specie di tombino diviso in due che porta il passaggio del confine fra Italia e Slovenia, tra Gorizia e Nova Gorica. Faccio qualche foto ricordo e scelgo di prendere dei magneti come souvenir.
Entro nell’ufficio turismo e mi metto a cercare. Figura di M numero 1: a causa di un prezzo che non sembrava quello indicato, chiedo all’impiegata che prezzo avesse, e lei in perfetto italiano mi risponde che le devo 3€. Allora domando “si, ma in moneta locale a quanto equivale?” e lei ” qui la moneta locale è l’euro, dal 2004!” L’unica giustificazione che posso addurre è ammettere la mia ignoranza e “del resto si viaggia anche per questo, per imparare cose nuove.”
Riparto alla volta di Maribor, non prima di essermi fermato a pranzare. Faccio la vignetta di 7 giorni (tanto se la devo fare di 14 il prezzo non cambia). Arrivo in albergo alla sera .
Il tracciato del giorno 11 https://www.relive.cc/view/vMq5eKgGy8q
La canzone del giorno https://www.youtube.com/watch?v=tvSagoWzr9g ascoltata durante il passaggio della frontiera
Giorno 12/8 Da Maribor a Timisoara
650Km - 7h previste
Mi sveglio per tempo per riordinare le mie cose, portare sulla moto le valigie laterali, e poi andare a fare colazione. Dopo la colazione finisco di caricare la moto e riparto. L’albergo è distante da Maribor città, è in montagna e fa addirittura freschetto. Non faccio in tempo a lamentarmi che arrivo a valle e mi rendo conto che qui è estate. Ma mi fermo ad un distributore di benzina e noto diverse auto con targa ungherese: vuoi vedere che la benza costa di più di là? Faccio il pieno ma non la vignetta che ho fatto online dall’albergo (durata minima 10 giorni) ed inizio ad andare. La temperatura sale. Ho voglia di vedere il lago Balaton, il mare degli ungheresi, sperando in un pò di refrigerio. Ma dall’autostrada il lago è meno di un miraggio: ai lati ci sono alberi che precludono qualunque tipo di vista. Decido di uscire dall'autostrada per avvicinarmi alla costa. Il caldo si fa sentire ed il casco inizia ad essere pesante. Decido di fermarmi, almeno per scattare una foto ricordo e mangiare qualcosa. Non lo avessi mai fatto: le strade limitrofe sono in stile romagnolo con al posto degli alberghi tutta una serie di villette, mentre la foto ricordo potrebbe essere stata scattata ovunque nei pressi di un lago d’estate; infine ho mangiato un hamburger in un gabbiotto tipico da spiaggia, con una limonata che man mano che mangiavo si riscaldava.
Ho ripreso la strada per raggiungere l’autostrada, ma il caldo, l’acqua che scarseggiava, ed onestamente la forza di volontà che veniva meno, hanno fatto si che ho iniziato a fermarmi quasi ad ogni piazzola di sosta: in Ungheria, ma anche in Slovenia ed in Romania, le aree di servizio come le conosciamo in autostrada, sono molto poche. Questo a causa del fatto che, non essendoci caselli, ognuno può uscire e rientrare comodamente. Invece lungo le autostrade ci sono diverse piazzole di sosta con tavoli, alberi per ombreggiare, bagni per espletare i propri bisogni e rubinetti di acqua potabile. Niente negozi o distributori. Qualche area di servizio come le nostre ci sono, per carità, ma non così frequenti come in Italia.
Scelgo di cambiare la rotta che avevo previsto: superato il lago Balaton volevo seguire per Szekszard ed evitare di avvicinarmi troppo a Budapest, ma usare l’autostrada significava comprimere un’ora di viaggio, pur facendo più strada. Faccio il pieno nella tangenziale di Budapest presso un distributore Auchan e riparto. La temperatura scende piano mentre mi dirigo a Timisoara
Un caldo infernale da cui non si può sfuggire in nessun modo, però non è il peggio che mi poteva capitare: non avevo considerato che la Romania, pur avendo aderito al trattato di Schengen, quest’ultimo è in sospensione, motivo per cui c’è ancora la frontiera e la dogana da passare. Mi sono fatto largo passando fra 2 colonne di auto (i TIR fortunatamente hanno una corsia tutta per loro), in cui la targa straniera che ho visto più di tutte è stata quella italiana: sbirciando qua e là nei limiti della circolazione, mi sono reso conto che tanti italiani con la compagna rumena, hanno preso la macchina e si sono diretti nella terra natia di lei: se una volta le auto andavano con le ferie solo al meridione, oggi anche la via slava inizia ad assumere la sua importanza. Un altro segno dei tempi. Supero le code fino a quando arrivo alla dogana dove un poliziotto di frontiera mi dice di fermarmi e di accostare ad un’altra moto, in modo che non nascano tafferugli xchè ho superato la coda. Aspetto 4 o 5 auto e mi presento con la mia carta d’identità: nessuna domanda, ma un laconico “Ciao” da parte della guardia di confine addetta. Faccio qualche metro fuori e fra un casello e l’altro vedo una moto con targa italiana nuova di pacca che è ferma. Chiedo se ci sono problemi, se posso essere utile e scopro che il motociclista è un rumeno che lavora in Italia e ha comprato una Benelli TRK proprio per venire in Romania. Gli si è spezzata la molla che tiene su il cavalletto laterale e non vuole usare il centrale perchè da solo non ce la fa a tirarla su, per quanto è carica nelle borse. Chiedo una fascetta per cavi elettrici ad altri due motociclisti e fermiamo così la molla grande. Dopodichè ripartiamo tutti quanti. Scopro che in Romania non c’è bisogno della Vignetta autostradale per le moto. Arrivo stravolto in albergo a Timisoara, con l’hamburger ancora sullo stomaco, per cui decido di non cenare. Fare il turista non se ne parla neanche, anzi: ho pensato più volte di gettare la spugna perchè chi me lo faceva fare? Ma poi lo spirito da ex granfondista ritornava a farsi vivo e l’idea del “non mettere piede a terra, mai !!” mi ha fatto arrivare fino a qui.
Ma l’albergo? Avevo ricevuto un messaggio tramite Booking sulla colazione “preconfezionata”. Ma qui non c’è nessuno (a parte un Gsx-s1000Gt, una Ninja 1000 Sx e un GS), almeno in portineria. Chiamo il numero sulla porta d’ingresso e mi risponde una persona cortesissima che mi dà via sms un codice che devo inserire nella porta esterna e quella della mia camera: l’albero è di quelli senza personale. Scarico la moto e vado in camera. Una doccia fresca e cerco di massaggiarmi i muscoli delle spalle e del collo. Forse dovrei prendere lo spoiler da parabrezza. Mi metto a dormire senza cuscino.
Il tracciato del giorno 12 https://www.relive.cc/view/vDqgK5XLpVq
La canzone del giorno https://www.youtube.com/watch?v=6FEDrU85FLE Per l’atmosfera afosa che ricorda la strada spossante della giornata..
Giorno 13/8 - Da Timisoara a Bucarest
596Km - 6h44’ previsti
La colazione alle 8.00 mi fa uscire dalla camera qualche minuto prima (anche grazie al fuso orario per cui sono sveglio un’ora prima). Nella saletta ci sono 2 donne ed un uomo a cui chiedo se sanno qualcosa sulla colazione e mi ripetono che sarà per le 8. Intanto allora torno in stanza a chiudere le valigie. Ritorno e il responsabile dell’Hotel ha portato i cestini delle colazioni ma i 4 posti sono adesso occupati. Inizio ad aprire il mio cestino sul ripiano del frigorifero, quando l’impiegato dell’Hotel mi invita ad andare in terrazza per poter sedere comodo. Nel frattempo uno dei 2 uomini si era allontanato e stava già tornando con una sedia dalla stanza, invitandomi ad accomodarmi fra loro. “E’ tua la Honda?” “Sisi. Voi da dove venite?” “noi siamo di Aix en Provence. Stiamo andando a fare la Transfagarasan” “Anche io.”
Finiamo la colazione e raccogliamo le nostre cose dalle stanze per partire praticamente tutti insieme. Loro sono una coppia sul GS ed una sport tourer per ognuno dell’altra coppia. Inizio ad uscire da Timisoara ma non mi soffermo più di tanto a vedere la città (peccato perchè è la seconda in ordine d’importanza in Romania).
Ma mi sono fatto un esame di coscienza e se non fosse stato per cercare di vedere il lago Balaton e le successive fermate, forse l’arrivo a Timisoara sarebbe stato meno sofferto. Per cui ci si ferma per fare benzina o per pause tecniche, cercando di ottimizzare quanto più possibile le fermate. Uniche eccezioni, le foto. Monto sul casco anche la Gopro, tale che, se voglio, anche all’ultimo posso fare riprese di qualcosa di insolito o curioso.
Mi chiedo solo come mai con una distanza così bassa, i tempi siano dilatati. Semplice: il tracciato non avviene tutto in autostrada, xchè la stessa è interrotta in più punti. In più, ho trovato in autostrada delle deformazioni dell’asfalto che avevo visto solo quando vivevo in Puglia sulle statali di scorrimento: il caldo afoso estivo ed eventuali manovre di emergenza da parte di camion carichi, facevano si che l’asfalto si staccasse dal bitume sottostante, spostandosi in avanti ed ai lati degli pneumatici, lasciando sia degli avvallamenti che dei veri e propri dossi, super micidiali per le moto. Quindi occhi bene aperti e cerchiamo di andare, soprattutto quando è fresco. Esco 2 volte dall’autostrada, e percorrere le statali mi fa capire che i dolori alle spalle ed al collo sono il risultato di una posizione pressoché unica, statica e contratta dell’autostrada, mentre in statale la mia posizione in moto è variabile, così come i muscoli utilizzati. E mentre penso a queste cose inizio ad osservare che ai lati della strada ci sono dei veri e propri gabbiotti dove ci si può fermare e mangiare/bere, acquistare souvenir e/o chincaglierie varie. Una specie di mercato per i veicoli in coda verso il nuovo tratto di autostrada. Con la moto mi divincolo e taglio fuori un bel po ' di traffico.
Arrivo in albergo a Bucarest piuttosto presto, quindi scarico la moto e in stanza, dopo la doccia ed essermi cambiato, decido di andare a vedere qualcosa di interessante. Chiedo nella hall come raggiungere il palazzo del parlamento, l’ex palazzo della presidenza di Ceausescu. Poi di poter vedere la strada Lipscani e qualche altra attrazione. Il palazzo di Ceausescu, oggi sede del parlamento rumeno, è la struttura più pesante al mondo, con una superficie di 350.000 m² e anche il secondo edificio più grande del mondo per estensione e il terzo in volume. Che dire: i dittatori sono fantastici nei guinness dei primati!!
Il concierge mi consiglia di passeggiare per 5 minuti e prendere la metropolitana, oppure di prendere un Uber, un taxi gestito via internet, con auto e tassisti privati. Decido di prendere la metropolitana.
Arrivo al Palazzo del parlamento ed inizio a scattare diverse foto. Poi mi muovo in direzione del centro storico che è zona pedonale. La presenza costante della Polizia, municipale e non, e della Gendarmeria fanno sentire più che al sicuro. Mi metto in cammino per vedere la piazza dell’università e poi raggiungere il Museo di arte moderna, di fronte al quale c’è l’attuale Ministero degli affari interni, dal cui palazzo Ceausescu fece il suo ultimo discorso davanti ad una folla inferocita, prima di scappare in elicottero. Rivederlo è stato un tuffo nel passato, xchè il palazzo è rimasto lo stesso delle trasmissioni in tv che vedevo al telegiornale.
Dopo di che ho visitato l’esterno dell’ateneo romeno e ho invertito la rotta per andare alla strada Lipscani, una strada storico - commerciale, piena di locali e localini dove poter cenare. Intanto mi rendo conto di non aver preso niente, nemmeno un ricordino della città. Mi avvicino ad un negozio di souvenir ma scopro che è chiuso. Mi avvicino ad un altro, ma la musica è la stessa. Vedo una libreria aperta. Sull’ingresso vedo che ho ancora 30 minuti circa di margine ed entro.
Spoiler!! Figura di M numero 2: entrando chiedo se hanno dei magneti o dei souvenir di Budapest. Vedo i commessi, un pelo sbigottiti, che mi rispondono di no. Poi la commessa (penso che abbia capito la mia confusione per l’assonanza dei nomi) mi dice che se voglio hanno qualcosa inerente a Bucarest, non Budapest e mi invita a seguirla. Voglio sprofondare. Compro quello che mi interessa e chiedo dove posso mangiare qualcosa di tipico. Il commesso mi spiega dove si trova un ristorante tipico molto antico. Per stasera la cena è fatta! Trovo nel tavolo affianco al mio 3 bergamaschi, con cui mi metto a chiacchierare amabilmente. Finisco di cenare, pago e mi rendo conto che sono le 23 passate: la metropolitana ha chiuso i battenti. Chiedo suggerimenti al cameriere, che mi suggerisce di nuovo Uber. scarico l’app e collego la carta che sto utilizzando per i pagamenti in Lei (la moneta Rumena). Lui mi aiuta a chiamare un Uber che viene a prendermi dal punto che il cameriere ha indicato (appena fuori dal locale) e mi porta lungo il percorso che l’app ha indicato, all’hotel. La macchina è una Dacia Logan 3 volumi (qui va per la maggiore) a gpl con giusto 300K Km: praticamente gli ammortizzatori sono come delle pompe di bicicletta, ovvero tutti gli avvallamenti ed i dossi sono della carrozzeria, per quanto il tassista fa del suo meglio per evitarli. Ma arriviamo in hotel precisi al minuto, per un costo equivalente di 5.70 €. Diciamo che posso evitare di lamentarmi. E per oggi direi che è tutto!!!
Il tracciato del giorno 13 https://www.relive.cc/view/vKv2YK8JKoq
La canzone del giorno https://www.youtube.com/watch?v=w15oWDh02K4 Un pezzo tarro per la capitale (forse) più tarra del mondo…
Giorno 14/8 - Da Bucarest a Costanza a Sinaia
583Km - 6h9’ previsti
Un nuovo giorno di strada da percorrere e di mete da raggiungere, ma con un particolare in più: oggi si raggiunge il primo degli obiettivi che mi sono prefissato con questo viaggio. Mia moglie lo aveva detto con una certa nonchalance mentre io ho fatto mia questa idea: dopo aver visto Cabo Fisterre in Spagna (uno dei posti più ad ovest del continente) raggiungere il Mar Nero a Costanza, il porto più importante della Romania. Dopo colazione mi metto in marcia. Il tragitto non è lunghissimo, se non che, a metà strada fra Bucarest e Costanza inizia a spirare un vento contrario fortissimo. Cerco di mantenere dritta la moto, stringendo i gomiti intorno al torace ed abbassandomi un minimo dietro il parabrezza. Arrivo a Costanza in riserva, con un consumo stellare che mai avrei pensato possibile alla Flying V: dai consueti 28 - 30Km/l che si sono trasformati in 22 - 24 Km/l in autostrada con le borse laterali, siamo scesi a 18 km/l che per la Nc750X sono tantissimi!! Arrivo sul mare e vedo i cantieri navali, le gru del carico - scarico, mi avvicino a quello che era il Casinò (adesso in ristrutturazione). Dopo di che arrivo dinanzi al mare aperto. Navi da carico container e petroliere in rada, ma oltre a queste ci sono ben 5 fregate militari. Non c’è da stupirsi: siamo nel Mar Nero, poco di fronte, dall’altra parte del mare ci sono Sebastopoli e Odessa, con accanto la Crimea. Sono vicinissimo alla guerra, anche se qui, fra sole e vento è piena estate.Un brivido familiare mi percorre la schiena. Come quello dei momenti importanti della vita, come gli esami di stato, il primo contratto vero firmato, il matrimonio. Sono arrivato dove un mese fa non avrei nemmeno pensato di poter arrivare.
Faccio qualche foto prima di girare la moto e riprendere la via del ritorno. Ripasso dai caselli (non li ho citati all’andata, ma c’erano) sempre senza pagare, perchè sono a bordo di una moto. Ritorno in direzione Bucarest, sino a quando devio in direzione Sinaia. Questa è una località di villeggiatura montana, dove ho calcolato di fermarmi prima della Trans Bucegi. L’albergo è caratteristico e la camera si affaccia davanti al castello di Peles. Scarico la moto e vado a fare un giro per qualche foto.
Ceno in albergo, anche se mi piacerebbe fare più tardi; ma domani iniziano le montagne vere.
tracciato del giorno 14/8 https://goo.gl/maps/TA5BfWSEV6kMH5As7
Canzone del giorno https://www.youtube.com/watch?v=qnzybYOjG_0 Semplicemente xchè “ad un’ora di volo c’è la guerra” e da Costanza molto meno.
Giorno 15/8 - Da Sinaia, Trans Bucegi, castello di Bran a Sibiu
251Km - 4h58’ previsti
Nuova giornata on the road, ma stamane il cielo si presenta plumbeo: non fa freddo ma non prevede niente di buono. Faccio colazione e decido di mettere lo strato interno alla giacca per partire. Torno indietro di qualche km sul tracciato di ieri per andare a prendere la Trans Bucegi. In effetti questa non è una salita chissà quanto impervia, ma è piacevole da percorrere, con un asfalto messo nemmeno troppo male. Peccato che il piacevole da percorrere svanisca quando inizia a piovere: fitto e con grosse gocce.
Arrivo in cima e per il centro sportivo (immagino sciistico) mi toccano circa 1.5Km di sterrato. Arrivo con prudenza e con la tuta da “canarino gigante”(come la definisce mia moglie), ovvero quella antipioggia ad alta visibilità, e salendo al piano del bar, vedo scritto che il bagno è solo ad uso dei clienti. La cosa non promette niente di buono. Chiedo di prendere una cioccolata calda, ma avviso di non avere soldi con me (nel resto della Romania nessuno mi ha fatto problemi per il pagamento con carta). Il barista incalza che non ha la macchinetta per le carte e che se voglio, lui accetta gli euro. Gli passo 5€ e mi ritorna un resto di 19 Lei (poco meno di 4€). Intanto posso usare il bagno per coprirmi. Sotto ricatto non si può fare di meglio. Intanto la pioggia non smette. Chiedo se hanno degli adesivi del luogo , ma niente. Riparto in discesa dal parco Bucegi, con la pioggia e la paura di scivolare in discesa. Ma evitando le curve in stile “ginocchio a terra” direi che scendo molto bene. Ritorno al punto di partenza e riprendo la strada che poi è la stessa che porta al castello di Bran, il famoso castello di Dracula. In realtà questo è il castello più bello da vedere appartenuto al conte Vlad l’Impalatore, un personaggio veramente esistito, alfiere della chiesa che usava impalare i miscredenti e gli eretici. Per questo motivo, il personaggio reale ha poi ispirato il personaggio di fantasia, ovvero il conte Dracula.
Del conte Vlad sono rimasti 3 luoghi storici: il castello di Bran, quello meglio conservato e più interessante da vedere, la casa del Conte Vlad a Bucarest (attualmente non visitabile perché in ristrutturazione) e le rovine della fortezza Poenari, un castello che si trova in cima ad una montagna, ancora visitabile, ma dopo più di 1400 gradini da salire.
Mentre mi reco in direzione Bran, la mia attenzione è presa dal castello di Cantacuzino, soprattutto per il motivo con cui si attirano i turisti: questo castello è la sede delle riprese della scuola che frequenta Mercoledì, la giovane adolescente della famiglia Addams nell’ omonima serie televisiva. La deviazione è d’obbligo.
Riprendo la strada x Bran, intanto la pioggia ha smesso e decido di togliere l’antipioggia. Raggiunto il castello di Bran, faccio qualche foto e riparto quasi subito.
Mi dirigo verso Sibiu, un altra città piuttosto importante per la Romania, dove ho preso l’albergo. Scaricata la moto e fatta una doccia, inizio a girare il centro città, piuttosto vivace (considerando che è Ferragosto anche x i romeni). Mi fermo in un ristorante per la cena ed alla fine come dessert mi offrono il Papanasi, una serie di 3 polpettine di pasta dolce su un letto di yoghurt e crema di lamponi, veramente squisito (tipico di Sibiu).
Direi che x oggi ho fatto tanto, meglio che vada a riposare, xchè domani affronterò 2 volte i carpazi..
tracciato del giorno 15/8 https://goo.gl/maps/HZ8z29BSqpioQyZK8
Canzone del giorno https://youtu.be/tg3m1N6V_fk?si=XJz1rXtUpMUtYGlk che con Mercoledì in giro è d’obbligo
Giorno 16/8 - Transfagarasan e Transalpina
360Km - 7h34’ previsti
Ed arriva il grande giorno, quello in cui bisogna sentirsi sicuri di sé per la preparazione: al Giro d’Italia si sarebbe parlato di tappone alpino o appenninico, al Tour de France di tappone Pirenaico, ma questo l’ho chiamato il tappone Carpatico. Non so se si dice così, anche xchè quello che temo è la strada più che non il come definirla. La prima, la Transfagarasan, è la strada più bella del mondo, o perlomeno così l’hanno definita i 3 conduttori del programma Top Gear. Ma di certo la seconda, la Transalpina, non è certo da meno. Basti pensare a come per relativamente pochi Km, il tempo di percorrenza sia dilatato. E non penso che sia dipeso dal traffico automobilistico.
Faccio colazione e carico la moto per ripartire. In realtà avrei voluto fare tappa a Cartisoara, per evitare di fare avanti ed indietro di 35Km da Sibiu, ma gli alberghi non avevano la possibilità di comprendere contemporaneamente il parcheggio e la colazione. Arrivo a Cartisoara e mi fermo a fare benza. Qui trovo un gruppo di motociclisti che stanno facendo colazione. Saluto con un “Are we all going on the same route?” Esco dopo aver saldato il conto e mi si avvicina uno del gruppo: “ma xchè non parli italiano? noi siamo di Capodistria!!!” Passo piacevolmente qualche minuto a chiacchierare con loro, sulla strada percorsa e quella che farò. Loro sono una famiglia di motociclisti: padre, madre, figlia con fidanzato, zio1 e zia1, zio2 e zia2. Una grande famiglia, una ruota per uno, anche se il padre mi dice che forse faccio meglio io a muovermi da solo, così mi fermo quando voglio, mangio quando voglio etc, mentre in gruppo si deve sempre un pò mediare.
Ci salutiamo, dopo che mi hanno dato del pazzo ad affrontare i due Trans nello stesso giorno: loro hanno fatto ieri la Transalpina e sono già provati. Partono mentre sto riempiendo l’olio all’oliatore automatico della catena. Dopodichè mi metto in marcia. All’inizio è tutto tranquillo, strada pianeggiante e asfalto nella norma, ma dopo poco si fa sul serio. La strada inizia ad arrampicarsi in tornanti sempre più raccolti. Incontro anche dei lavori in corso, una specie di foratura della parete rocciosa, sotto il quale il traffico passa normalmente, a senso unico alternato. Niente a vedere con le norme antinfortunistiche…
Continuo a salire fino ad una sorta di piazzola con vendita di souvenir e roba da mangiare e bere. Mi fermo xchè cerco degli adesivi ricordo della Transfagarasan e ritrovo la famiglia. Comprati alcuni adesivi, riparto a salire fermandomi di tanto in tanto a fare foto: il panorama è davvero spettacolare, nonostante il cielo non sia dei più belli da vedere. Scollino ed inizia la discesa. C’è stata un pò di pioggia quindi affronto la discesa con rispetto del fondo un pò viscido. Vedo davanti a me un biker con una Transalp d’epoca, di quelle con il faro esagonale irregolare e cerco di seguirne le traiettorie. Ad un certo punto inchioda: c’è un orso a bordo strada!!! Non un pupazzo, ma un orso vero, che si muove.
Sto registrando tutto con la Insta360, quando ad un tratto al mio amico apripista sfugge dalle mani il telefonino. L’orso si volta e lo guarda. Lui lentamente abbassa il cavalletto laterale e si china a raccoglierlo, mentre l’orso si volta dall’altra parte. Ok, si sente al sicuro. Il mio apripista rimette dritta la moto e riparte. Ma giusto qualche metro dopo mi si spegne la Insta360: percorro circa 500 Metri e poi mi fermo per cambiare la batteria. Non so se ci sono altri orsi in giro, ma non voglio perdere troppa strada con la Insta, quindi cerco di fare in fretta. Riesco a cambiare la batteria e riparto prima di una Ferrari al cambio gomme.
La strada prosegue con un certo saliscendi , con un pò di pioggia e poi di sole, seguendo le coste del Lago artificiale Vidraru fino ad arrivare alla diga di Vidraru.
E’ proprio questo un aspetto che rende la Transfagarasan così affascinante: le coste del lago Vidraru vengono seguite pedissequamente, quando in alcune gole riempite dall'acqua si sarebbe fatto un secolo prima a costruire un ponte. Ma Ceausescu l’ha costruita senza badare a spese in risorse, umane e non, per fare in modo che le truppe potessero superare agevolmente i Carpazi.
Alla diga mi fermo a fare un pò di foto, al lago, alla diga stessa ed alla statua di Prometeo che sovrasta la diga
Ma la Transfagarasan non è finita, e qui la cera si consuma, ma la processione non cammina. Quindi riprendo la strada, quando, dopo un paio di gallerie, vedo alcune auto che inchiodano: Caspita! Un altro orso!!!
Passo davanti alla Fortezza Poenari (alle sue rovine), ma non mi fermo. Dal basso non si vede niente, quindi preferisco accorciare i tempi.
Arrivato a Curtea de Arges mi dirigo in direzione Novaci, dove inizia la Transalpina. Ci sono 113Km e quasi 2h di strada, per cui meglio darsi una mossa.
Sono passato da Nord a Sud dei Carpazi, ed adesso devo fare da Sud a Nord: in pratica sono passato dalla Transilvania alla Valacchia ed adesso supererò di nuovo i Carpazi per tornare in Transilvania. La mitica 7C mi ha portato al primo salto, ed adesso vado a “caccia di guai” verso la 67C. Arrivo a Novaci e prendo la Transalpina. La strada va su un bel pò nel bosco fino a che le piante si diradano, lasciando l’orizzonte aperto ed anche un vento assassino, che sembra volermi pugnalare con le le sue folate: sento come lame di ghiaccio dovute all’acqua che avevo preso prima. Poco male, xchè mi sono asciugato molto velocemente.
Ma arrivato in cima non ho potuto esimermi dal fotografare il panorama dalla vetta. Prendo alcuni adesivi anche qui e poi riparto.
Arrivo al lago di Oasa e qui prendo un altro adesivo (due me li regala un venditore: ottima come politica di vendita per attirare i clienti!!!)
Dopo di che riprendo a scendere. Nonostante la guida mi ha proposto delle strade in cui non sono rimasto nella stessa posizione, le spalle, l’interno cosce oltre al collo chiedono pietà. Mi fermo e mi metto a capire le strade da percorrere. Rinuncio all’orgoglio e decido di deviare prima di finire la Transalpina, quindi prima di raggiungere Saliste. Ho prenotato l’albergo a Alba Iulia, quindi, arrivato a Sugag, dirigo verso il riposo.
Arrivato in albergo scopro che posso cenare in loco, per cui scarico la moto e faccio una doccia per togliermi di dosso anche il gusto di fango alzato dalle ruote delle auto che mi hanno preceduto. La Flying V è conciata da sbatter via per quanto è sporca. Controllo la trasmissione ed il livello dell’olio ed è tutto ok. Dopo cena la consueta chiamata alla moglie e poi a nanna, che domani la strada non è solo di lunga durata, ma anche lunga come chilometraggio.
tracciato del giorno 16/8 https://www.relive.cc/view/vZqNLg8e5GO
Canzone del giorno https://youtu.be/C2fwJU0EmJ8?si=1xMO8Q24in2U_LIH visto che con oggi chiudiamo il capitolo Dracula
Giorno 17/8 - Da Alba Iulia a Maribor via Budapest
837Km - 8h27’ previsti
Se ieri è stato il tappone Carpatico, oggi non si tratta soltanto di un semplice trasferimento. Si, in effetti è semplice: si raggiunge l'autostrada e si torna verso casa.
La teoria è sempre più semplice della pratica. Cerco di partire sul presto dopo la solita colazione abbondante, e sfruttare al meglio il fresco del mattino.
Ritrovo gli stessi blocchi di autostrada per cui veniamo deviati sulle statali, ma per fortuna non c’è tutto il traffico dell’andata (evidentemente quello era un giorno da bollino nero anche per loro). Cerco di ricordare di non passare il confine ungherese se non con il pieno, ma quello che avevo dimenticato era la coda! Mi faccio largo e passo il confine. Guido fino ad un Autogrill dove mi fermo a mangiare qualcosa. Poi tiro avanti fino a Budapest, dove mi dirigo allo stesso Auchan con distributore, dove faccio il pieno. Vicino a questo c’è un Decathlon, per cui cerco se come in Italia hanno i frigoriferi con all’interno le bevande fresche reintegranti i sali minerali . Purtroppo in Ungheria non è un tipo di servizio che il Decathlon offre. Riparto alla volta del secondo confine. Arrivo in riserva, giusto anche per rifare la Vignetta Slovena, che per il giorno era ancora valida, ma l’indomani sarebbe stata scaduta. Riparto alla volta di Maribor, ma è da che sono sveglio che un pensiero mi attanaglia: oggi è una data per me importante: sono 20 anni che sono partito dalla terra natia per vivere la vita che volevo. Mentre la strada scorreva sotto le ruote, pensavo alla scelta che avevo fatto e che rifarei. Anzi, che avrei fatto prima se avessi potuto. Ed intanto rivedo nei ricordi le siepi della tangenziale est di Milano. E mentre mi perdo in questi ricordi, entro a Maribor, verso il secondo albergo che ho prenotato in questa città. Solo che questo è in pieno centro.
Dopo la doccia esco a fare due passi, e vado a vedere la piazza centrale, il Lent (lo scalo fluviale), dopodichè cerco un posto per cenare e vado in una Pizzeria. Scelgo di prendere una pizza con burrata e mi portano una pizza di quelle formato famiglia!! Con la fame che ho la divoro, e dopo mi lascio scappare con il cameriere che una pizza così non va bene per il business, xchè poi nessuno prende il dessert… Ci mettiamo a ridere un attimo, pago il conto e torno in hotel, che domani si torna a casa, ma comunque non sarà una passeggiata.
tracciato del giorno 17/8 https://www.relive.cc/view/vwq1rNLAzBv
Canzone del giorno https://youtu.be/XSjt0ZEYFPw?si=FdVWZ4JivQnp4kpv mai canzone più adatta a come sento la mia vita adesso: innamorato della vita, di quest’avventura: così vorrei che non finisse mai!!
Giorno 18/8 - Da Maribor a Casa con “deviazioni”
635Km - 6h46’ previsti
Ultimo giorno di viaggio in moto, quello del ritorno a casa. In albergo la colazione inizia alle 6.30, ma vuoi il cambio di fuso o semplicemente la stanchezza, mi alzo con comodo alle 6.45. Faccio colazione, pago qualche balzello all’Hotel (parcheggio e tassa di soggiorno) e riparto. Ho praticamente il pieno quindi mi metto di buona lena sulla strada che mi porterà a Gorizia: la vignetta è ok, quindi non dovrei essere a rischio di multe del genere.
Intanto penso che non può finire così, lineare, questo mio viaggio. Ieri sera ho inviato un messaggio ad un amico veneto, ma, quasi quasi provo a rompere le uova nel paniere ad un altro amico che non rientra nella cerchia della moto.
“pronto? come stai? Ma se passo da Padova ci sei? Mangiamo un boccone insieme?”
Intanto invio un messaggio anche all’altro amico, così da potersi organizzare per il mio arrivo in ritardo.
Arrivo alla frontiera e succede l'inimmaginabile: la temperatura si alza di colpo, di 4 - 5°C, come se il Friuli fosse parte della Pianura Padana con la sua umidità stagnante.
Tiro dritto fino a Padova a trovare Alessandro, uno dei ragazzi che ho tutorato durante le alternanze scuola - lavoro e che adesso fa il disegnatore meccanico. Mi sento molto orgoglioso di lui. Riparto in direzione casa, ma devo fermarmi a fare benzina, quindi sposto di nuovo l’appuntamento. Per me, se mi manda a quel paese, ha tutte le ragioni del mondo. Arrivo vicino a piazza Bra, a Verona, e lui è lì che mi aspetta, al parcheggio delle moto: Dan Dan che mi accoglie col suo sorriso!!!
Ci fermiamo ad un bar per un caffè, una cedrata e tutto il piacere di incontrarsi.
Una tappa inevitabile (ancora grazie per la disponibilità Daniele!!)
Riparto per il forno ventilato che è l’autostrada, mentre sto grondando da ogni poro della pelle. Arrivo a Seriate ed esco dall’autostrada, scegliendo la statale verso Bergamo per poi Brivio ed infine casa.
tracciato del giorno 16/8 https://goo.gl/maps/jVcBjztfipvWF3z76
Canzone del giorno https://youtu.be/Bx51eegLTY8?si=reSII2c4y4pIBl6h Più fine missione di questa.....
E strano trovarsi alla fine di un racconto, e non sapere da dove incominciare con le conclusioni. Penso a cosa porterò con me di questa esperienza: il senso della prova con me stesso, l’ipocondria legata alla moto ed a ogni eventualità nefasta, la bella esperienza di scoprire dei paesi che possono mostrare tanto, pur essendo rimasti legati alle proprie tradizioni. Ma ho anche notato il senso del rispetto verso il viaggiatore, colui il quale percorre una terra non sua, con la voglia e l’umiltà di comportarsi come ospite, fare in modo da non essere incomodo e portare via con sè il gusto di una cultura nuova, senza filtri frapposti: una cultura non migliore o peggiore, ma semplicemente diversa.
Sono sicuro che quando rileggerò questo testo, avrò altri particolari che, riaffiorando alla memoria, vorrò inserire, ma spero di fermare il testo così com’è, come una fotografia imperfetta a cui, chi vuole, potrà aggiungere personalmente dei particolari.
Il viaggio è stato super concentrato e molto faticoso, anche se il grosso l’ha fatto la Flying V, la mia Nc750X, che, nonostante la media cilindrata , in salita si è dimostrata competitiva con moto ben più blasonate e potenti.
La compagnia dei miei pensieri, le mie fantasie, le mie curiosità, con la musica che continuava ad andare nonostante tutto, sempre con un occhio di riguardo a ciò che avveniva in strada.
Resta il gusto di un sogno, che poi è diventato un progetto, per trasformarsi giorno dopo giorno in realtà. Una realtà che a sua volta si è trasformata in un sogno ad occhi aperti, con colori, profumi, paesaggi sempre nuovi ed interessanti.
La realtà delle braccia di mia moglie, che mi hanno accolto quando il viaggio si è concluso esattamente dove è incominciato: a casa.
più di una giornata di lavoro (ed è solo una copia!!!, figuriamoci l’elaborazione…)
Un mese fa esatto da oggi stavo pensando a questa cosa, come una possibilità remota, anche xchè quest’anno avremmo potuto viaggiare, mia moglie Silvia ed io, per diversi giorni, non lasciando né la casa né la suocera anziana da sole.
Un viaggio in moto era da escludersi, xchè mia moglie mi segue per brevi tratte, per lo più da una giornata, e poi a casa. Per un viaggio vero e proprio….
Quindi preparo insieme a lei un viaggio per vedere un pezzo di Spagna, quella atlantica, nota quasi solo per il cammino di Santiago de Compostela.
Ma intanto il tarlo lavora. La Flying V è a posto in tutto e per tutto, manutenzione, freni, trasmissione, tutto nuovo. Da che è scaduta la garanzia, sono tornato a farmi da meccanico personale. Xchè no? del resto non sarebbe la prima volta, dopo il Grossglockner dell’anno scorso.
Intanto mi godo con la moglie i giorni a zonzo per la Spagna dove abbiamo anche visitato Cabo Fisterra, uno dei punti più ad ovest dell'Europa.
Al tarlo si è aggiunta mia moglie stessa: “potresti fare un ovest est, come FabryRock che segui su YouTube. Lui ha fatto il Cape to Cap (da Capo Nord a Città del Capo), tu…”
Tornati in Italia inizio a mettere giù una tabella di marcia, anche x prenotare gli alberghi. E cavoli, faccio più chilometri in moto che quanti ne abbiamo già fatti in macchina. E’ da pazzi.
Non lo so. Avevo già invitato diversi amici su due ruote a condividere con me la strada, ma ogni appello era rimasto vano.
Al giorno 8 mi decido: cerco tramite il welfare aziendale e prenoto gli alberghi: la road map è intensa, ma fattibile. Preparo un foglio elettronico con i giri che voglio fare, i chilometri da coprire, il tempo stimato da Google Maps. Preparo valigie laterali e bauletto a cui si aggiungono le borse del paramotore in cui metto degli attrezzi per eventuali piccoli guasti meccanici. E’ tutto pronto. adesso non si torna indietro: il dado è tratto.
Giorno 11/8 Da casa a Maribor via Gorizia - Nova Gorica
635Km - 6h46’ previsti
Il bauletto e le valigie laterali sono pronti, quindi all’ora della sveglia mi metto in moto. Esco per le 6.30 circa e parto alla volta di Bergamo per prendere l’autostrada a Seriate. Non amo molto l’autostrada in moto, ma so che accorcia i tempi, quindi mi adeguo. Strada facendo, dopo aver spedito i miei consueti “buongiorno in musica”, mi risponde un’amica che abita a Venezia. Provo a mandarle un messaggio. Non è in ferie e se passo da lei ha piacere a fare una pausa caffè fuori orario. Evvai!! Un incontro che non avveniva dall’epoca in cui la prima figlia aveva pochi giorni, mentre adesso anche la piccolina è signorina. Un gran piacere rivedersi, con la promessa di inviare quante più foto faccio, con la controparte di non scrivere nulla sui social: non so se ce la farò, quindi meglio non vendere la pelle dell’orso prima di averlo cacciato. Riprendo la strada con l’aria che inizia a scaldarsi. Entro da Gorizia, xchè vorrei visitare la piazza che segna il confine, il Piazzale della Transalpina: qui c’è un monumento molto semplice, una specie di tombino diviso in due che porta il passaggio del confine fra Italia e Slovenia, tra Gorizia e Nova Gorica. Faccio qualche foto ricordo e scelgo di prendere dei magneti come souvenir.
Entro nell’ufficio turismo e mi metto a cercare. Figura di M numero 1: a causa di un prezzo che non sembrava quello indicato, chiedo all’impiegata che prezzo avesse, e lei in perfetto italiano mi risponde che le devo 3€. Allora domando “si, ma in moneta locale a quanto equivale?” e lei ” qui la moneta locale è l’euro, dal 2004!” L’unica giustificazione che posso addurre è ammettere la mia ignoranza e “del resto si viaggia anche per questo, per imparare cose nuove.”
Riparto alla volta di Maribor, non prima di essermi fermato a pranzare. Faccio la vignetta di 7 giorni (tanto se la devo fare di 14 il prezzo non cambia). Arrivo in albergo alla sera .
Il tracciato del giorno 11 https://www.relive.cc/view/vMq5eKgGy8q
La canzone del giorno https://www.youtube.com/watch?v=tvSagoWzr9g ascoltata durante il passaggio della frontiera
Giorno 12/8 Da Maribor a Timisoara
650Km - 7h previste
Mi sveglio per tempo per riordinare le mie cose, portare sulla moto le valigie laterali, e poi andare a fare colazione. Dopo la colazione finisco di caricare la moto e riparto. L’albergo è distante da Maribor città, è in montagna e fa addirittura freschetto. Non faccio in tempo a lamentarmi che arrivo a valle e mi rendo conto che qui è estate. Ma mi fermo ad un distributore di benzina e noto diverse auto con targa ungherese: vuoi vedere che la benza costa di più di là? Faccio il pieno ma non la vignetta che ho fatto online dall’albergo (durata minima 10 giorni) ed inizio ad andare. La temperatura sale. Ho voglia di vedere il lago Balaton, il mare degli ungheresi, sperando in un pò di refrigerio. Ma dall’autostrada il lago è meno di un miraggio: ai lati ci sono alberi che precludono qualunque tipo di vista. Decido di uscire dall'autostrada per avvicinarmi alla costa. Il caldo si fa sentire ed il casco inizia ad essere pesante. Decido di fermarmi, almeno per scattare una foto ricordo e mangiare qualcosa. Non lo avessi mai fatto: le strade limitrofe sono in stile romagnolo con al posto degli alberghi tutta una serie di villette, mentre la foto ricordo potrebbe essere stata scattata ovunque nei pressi di un lago d’estate; infine ho mangiato un hamburger in un gabbiotto tipico da spiaggia, con una limonata che man mano che mangiavo si riscaldava.
Ho ripreso la strada per raggiungere l’autostrada, ma il caldo, l’acqua che scarseggiava, ed onestamente la forza di volontà che veniva meno, hanno fatto si che ho iniziato a fermarmi quasi ad ogni piazzola di sosta: in Ungheria, ma anche in Slovenia ed in Romania, le aree di servizio come le conosciamo in autostrada, sono molto poche. Questo a causa del fatto che, non essendoci caselli, ognuno può uscire e rientrare comodamente. Invece lungo le autostrade ci sono diverse piazzole di sosta con tavoli, alberi per ombreggiare, bagni per espletare i propri bisogni e rubinetti di acqua potabile. Niente negozi o distributori. Qualche area di servizio come le nostre ci sono, per carità, ma non così frequenti come in Italia.
Scelgo di cambiare la rotta che avevo previsto: superato il lago Balaton volevo seguire per Szekszard ed evitare di avvicinarmi troppo a Budapest, ma usare l’autostrada significava comprimere un’ora di viaggio, pur facendo più strada. Faccio il pieno nella tangenziale di Budapest presso un distributore Auchan e riparto. La temperatura scende piano mentre mi dirigo a Timisoara
Un caldo infernale da cui non si può sfuggire in nessun modo, però non è il peggio che mi poteva capitare: non avevo considerato che la Romania, pur avendo aderito al trattato di Schengen, quest’ultimo è in sospensione, motivo per cui c’è ancora la frontiera e la dogana da passare. Mi sono fatto largo passando fra 2 colonne di auto (i TIR fortunatamente hanno una corsia tutta per loro), in cui la targa straniera che ho visto più di tutte è stata quella italiana: sbirciando qua e là nei limiti della circolazione, mi sono reso conto che tanti italiani con la compagna rumena, hanno preso la macchina e si sono diretti nella terra natia di lei: se una volta le auto andavano con le ferie solo al meridione, oggi anche la via slava inizia ad assumere la sua importanza. Un altro segno dei tempi. Supero le code fino a quando arrivo alla dogana dove un poliziotto di frontiera mi dice di fermarmi e di accostare ad un’altra moto, in modo che non nascano tafferugli xchè ho superato la coda. Aspetto 4 o 5 auto e mi presento con la mia carta d’identità: nessuna domanda, ma un laconico “Ciao” da parte della guardia di confine addetta. Faccio qualche metro fuori e fra un casello e l’altro vedo una moto con targa italiana nuova di pacca che è ferma. Chiedo se ci sono problemi, se posso essere utile e scopro che il motociclista è un rumeno che lavora in Italia e ha comprato una Benelli TRK proprio per venire in Romania. Gli si è spezzata la molla che tiene su il cavalletto laterale e non vuole usare il centrale perchè da solo non ce la fa a tirarla su, per quanto è carica nelle borse. Chiedo una fascetta per cavi elettrici ad altri due motociclisti e fermiamo così la molla grande. Dopodichè ripartiamo tutti quanti. Scopro che in Romania non c’è bisogno della Vignetta autostradale per le moto. Arrivo stravolto in albergo a Timisoara, con l’hamburger ancora sullo stomaco, per cui decido di non cenare. Fare il turista non se ne parla neanche, anzi: ho pensato più volte di gettare la spugna perchè chi me lo faceva fare? Ma poi lo spirito da ex granfondista ritornava a farsi vivo e l’idea del “non mettere piede a terra, mai !!” mi ha fatto arrivare fino a qui.
Ma l’albergo? Avevo ricevuto un messaggio tramite Booking sulla colazione “preconfezionata”. Ma qui non c’è nessuno (a parte un Gsx-s1000Gt, una Ninja 1000 Sx e un GS), almeno in portineria. Chiamo il numero sulla porta d’ingresso e mi risponde una persona cortesissima che mi dà via sms un codice che devo inserire nella porta esterna e quella della mia camera: l’albero è di quelli senza personale. Scarico la moto e vado in camera. Una doccia fresca e cerco di massaggiarmi i muscoli delle spalle e del collo. Forse dovrei prendere lo spoiler da parabrezza. Mi metto a dormire senza cuscino.
Il tracciato del giorno 12 https://www.relive.cc/view/vDqgK5XLpVq
La canzone del giorno https://www.youtube.com/watch?v=6FEDrU85FLE Per l’atmosfera afosa che ricorda la strada spossante della giornata..
Giorno 13/8 - Da Timisoara a Bucarest
596Km - 6h44’ previsti
La colazione alle 8.00 mi fa uscire dalla camera qualche minuto prima (anche grazie al fuso orario per cui sono sveglio un’ora prima). Nella saletta ci sono 2 donne ed un uomo a cui chiedo se sanno qualcosa sulla colazione e mi ripetono che sarà per le 8. Intanto allora torno in stanza a chiudere le valigie. Ritorno e il responsabile dell’Hotel ha portato i cestini delle colazioni ma i 4 posti sono adesso occupati. Inizio ad aprire il mio cestino sul ripiano del frigorifero, quando l’impiegato dell’Hotel mi invita ad andare in terrazza per poter sedere comodo. Nel frattempo uno dei 2 uomini si era allontanato e stava già tornando con una sedia dalla stanza, invitandomi ad accomodarmi fra loro. “E’ tua la Honda?” “Sisi. Voi da dove venite?” “noi siamo di Aix en Provence. Stiamo andando a fare la Transfagarasan” “Anche io.”
Finiamo la colazione e raccogliamo le nostre cose dalle stanze per partire praticamente tutti insieme. Loro sono una coppia sul GS ed una sport tourer per ognuno dell’altra coppia. Inizio ad uscire da Timisoara ma non mi soffermo più di tanto a vedere la città (peccato perchè è la seconda in ordine d’importanza in Romania).
Ma mi sono fatto un esame di coscienza e se non fosse stato per cercare di vedere il lago Balaton e le successive fermate, forse l’arrivo a Timisoara sarebbe stato meno sofferto. Per cui ci si ferma per fare benzina o per pause tecniche, cercando di ottimizzare quanto più possibile le fermate. Uniche eccezioni, le foto. Monto sul casco anche la Gopro, tale che, se voglio, anche all’ultimo posso fare riprese di qualcosa di insolito o curioso.
Mi chiedo solo come mai con una distanza così bassa, i tempi siano dilatati. Semplice: il tracciato non avviene tutto in autostrada, xchè la stessa è interrotta in più punti. In più, ho trovato in autostrada delle deformazioni dell’asfalto che avevo visto solo quando vivevo in Puglia sulle statali di scorrimento: il caldo afoso estivo ed eventuali manovre di emergenza da parte di camion carichi, facevano si che l’asfalto si staccasse dal bitume sottostante, spostandosi in avanti ed ai lati degli pneumatici, lasciando sia degli avvallamenti che dei veri e propri dossi, super micidiali per le moto. Quindi occhi bene aperti e cerchiamo di andare, soprattutto quando è fresco. Esco 2 volte dall’autostrada, e percorrere le statali mi fa capire che i dolori alle spalle ed al collo sono il risultato di una posizione pressoché unica, statica e contratta dell’autostrada, mentre in statale la mia posizione in moto è variabile, così come i muscoli utilizzati. E mentre penso a queste cose inizio ad osservare che ai lati della strada ci sono dei veri e propri gabbiotti dove ci si può fermare e mangiare/bere, acquistare souvenir e/o chincaglierie varie. Una specie di mercato per i veicoli in coda verso il nuovo tratto di autostrada. Con la moto mi divincolo e taglio fuori un bel po ' di traffico.
Arrivo in albergo a Bucarest piuttosto presto, quindi scarico la moto e in stanza, dopo la doccia ed essermi cambiato, decido di andare a vedere qualcosa di interessante. Chiedo nella hall come raggiungere il palazzo del parlamento, l’ex palazzo della presidenza di Ceausescu. Poi di poter vedere la strada Lipscani e qualche altra attrazione. Il palazzo di Ceausescu, oggi sede del parlamento rumeno, è la struttura più pesante al mondo, con una superficie di 350.000 m² e anche il secondo edificio più grande del mondo per estensione e il terzo in volume. Che dire: i dittatori sono fantastici nei guinness dei primati!!
Il concierge mi consiglia di passeggiare per 5 minuti e prendere la metropolitana, oppure di prendere un Uber, un taxi gestito via internet, con auto e tassisti privati. Decido di prendere la metropolitana.
Arrivo al Palazzo del parlamento ed inizio a scattare diverse foto. Poi mi muovo in direzione del centro storico che è zona pedonale. La presenza costante della Polizia, municipale e non, e della Gendarmeria fanno sentire più che al sicuro. Mi metto in cammino per vedere la piazza dell’università e poi raggiungere il Museo di arte moderna, di fronte al quale c’è l’attuale Ministero degli affari interni, dal cui palazzo Ceausescu fece il suo ultimo discorso davanti ad una folla inferocita, prima di scappare in elicottero. Rivederlo è stato un tuffo nel passato, xchè il palazzo è rimasto lo stesso delle trasmissioni in tv che vedevo al telegiornale.
Dopo di che ho visitato l’esterno dell’ateneo romeno e ho invertito la rotta per andare alla strada Lipscani, una strada storico - commerciale, piena di locali e localini dove poter cenare. Intanto mi rendo conto di non aver preso niente, nemmeno un ricordino della città. Mi avvicino ad un negozio di souvenir ma scopro che è chiuso. Mi avvicino ad un altro, ma la musica è la stessa. Vedo una libreria aperta. Sull’ingresso vedo che ho ancora 30 minuti circa di margine ed entro.
Spoiler!! Figura di M numero 2: entrando chiedo se hanno dei magneti o dei souvenir di Budapest. Vedo i commessi, un pelo sbigottiti, che mi rispondono di no. Poi la commessa (penso che abbia capito la mia confusione per l’assonanza dei nomi) mi dice che se voglio hanno qualcosa inerente a Bucarest, non Budapest e mi invita a seguirla. Voglio sprofondare. Compro quello che mi interessa e chiedo dove posso mangiare qualcosa di tipico. Il commesso mi spiega dove si trova un ristorante tipico molto antico. Per stasera la cena è fatta! Trovo nel tavolo affianco al mio 3 bergamaschi, con cui mi metto a chiacchierare amabilmente. Finisco di cenare, pago e mi rendo conto che sono le 23 passate: la metropolitana ha chiuso i battenti. Chiedo suggerimenti al cameriere, che mi suggerisce di nuovo Uber. scarico l’app e collego la carta che sto utilizzando per i pagamenti in Lei (la moneta Rumena). Lui mi aiuta a chiamare un Uber che viene a prendermi dal punto che il cameriere ha indicato (appena fuori dal locale) e mi porta lungo il percorso che l’app ha indicato, all’hotel. La macchina è una Dacia Logan 3 volumi (qui va per la maggiore) a gpl con giusto 300K Km: praticamente gli ammortizzatori sono come delle pompe di bicicletta, ovvero tutti gli avvallamenti ed i dossi sono della carrozzeria, per quanto il tassista fa del suo meglio per evitarli. Ma arriviamo in hotel precisi al minuto, per un costo equivalente di 5.70 €. Diciamo che posso evitare di lamentarmi. E per oggi direi che è tutto!!!
Il tracciato del giorno 13 https://www.relive.cc/view/vKv2YK8JKoq
La canzone del giorno https://www.youtube.com/watch?v=w15oWDh02K4 Un pezzo tarro per la capitale (forse) più tarra del mondo…
Giorno 14/8 - Da Bucarest a Costanza a Sinaia
583Km - 6h9’ previsti
Un nuovo giorno di strada da percorrere e di mete da raggiungere, ma con un particolare in più: oggi si raggiunge il primo degli obiettivi che mi sono prefissato con questo viaggio. Mia moglie lo aveva detto con una certa nonchalance mentre io ho fatto mia questa idea: dopo aver visto Cabo Fisterre in Spagna (uno dei posti più ad ovest del continente) raggiungere il Mar Nero a Costanza, il porto più importante della Romania. Dopo colazione mi metto in marcia. Il tragitto non è lunghissimo, se non che, a metà strada fra Bucarest e Costanza inizia a spirare un vento contrario fortissimo. Cerco di mantenere dritta la moto, stringendo i gomiti intorno al torace ed abbassandomi un minimo dietro il parabrezza. Arrivo a Costanza in riserva, con un consumo stellare che mai avrei pensato possibile alla Flying V: dai consueti 28 - 30Km/l che si sono trasformati in 22 - 24 Km/l in autostrada con le borse laterali, siamo scesi a 18 km/l che per la Nc750X sono tantissimi!! Arrivo sul mare e vedo i cantieri navali, le gru del carico - scarico, mi avvicino a quello che era il Casinò (adesso in ristrutturazione). Dopo di che arrivo dinanzi al mare aperto. Navi da carico container e petroliere in rada, ma oltre a queste ci sono ben 5 fregate militari. Non c’è da stupirsi: siamo nel Mar Nero, poco di fronte, dall’altra parte del mare ci sono Sebastopoli e Odessa, con accanto la Crimea. Sono vicinissimo alla guerra, anche se qui, fra sole e vento è piena estate.Un brivido familiare mi percorre la schiena. Come quello dei momenti importanti della vita, come gli esami di stato, il primo contratto vero firmato, il matrimonio. Sono arrivato dove un mese fa non avrei nemmeno pensato di poter arrivare.
Faccio qualche foto prima di girare la moto e riprendere la via del ritorno. Ripasso dai caselli (non li ho citati all’andata, ma c’erano) sempre senza pagare, perchè sono a bordo di una moto. Ritorno in direzione Bucarest, sino a quando devio in direzione Sinaia. Questa è una località di villeggiatura montana, dove ho calcolato di fermarmi prima della Trans Bucegi. L’albergo è caratteristico e la camera si affaccia davanti al castello di Peles. Scarico la moto e vado a fare un giro per qualche foto.
Ceno in albergo, anche se mi piacerebbe fare più tardi; ma domani iniziano le montagne vere.
tracciato del giorno 14/8 https://goo.gl/maps/TA5BfWSEV6kMH5As7
Canzone del giorno https://www.youtube.com/watch?v=qnzybYOjG_0 Semplicemente xchè “ad un’ora di volo c’è la guerra” e da Costanza molto meno.
Giorno 15/8 - Da Sinaia, Trans Bucegi, castello di Bran a Sibiu
251Km - 4h58’ previsti
Nuova giornata on the road, ma stamane il cielo si presenta plumbeo: non fa freddo ma non prevede niente di buono. Faccio colazione e decido di mettere lo strato interno alla giacca per partire. Torno indietro di qualche km sul tracciato di ieri per andare a prendere la Trans Bucegi. In effetti questa non è una salita chissà quanto impervia, ma è piacevole da percorrere, con un asfalto messo nemmeno troppo male. Peccato che il piacevole da percorrere svanisca quando inizia a piovere: fitto e con grosse gocce.
Arrivo in cima e per il centro sportivo (immagino sciistico) mi toccano circa 1.5Km di sterrato. Arrivo con prudenza e con la tuta da “canarino gigante”(come la definisce mia moglie), ovvero quella antipioggia ad alta visibilità, e salendo al piano del bar, vedo scritto che il bagno è solo ad uso dei clienti. La cosa non promette niente di buono. Chiedo di prendere una cioccolata calda, ma avviso di non avere soldi con me (nel resto della Romania nessuno mi ha fatto problemi per il pagamento con carta). Il barista incalza che non ha la macchinetta per le carte e che se voglio, lui accetta gli euro. Gli passo 5€ e mi ritorna un resto di 19 Lei (poco meno di 4€). Intanto posso usare il bagno per coprirmi. Sotto ricatto non si può fare di meglio. Intanto la pioggia non smette. Chiedo se hanno degli adesivi del luogo , ma niente. Riparto in discesa dal parco Bucegi, con la pioggia e la paura di scivolare in discesa. Ma evitando le curve in stile “ginocchio a terra” direi che scendo molto bene. Ritorno al punto di partenza e riprendo la strada che poi è la stessa che porta al castello di Bran, il famoso castello di Dracula. In realtà questo è il castello più bello da vedere appartenuto al conte Vlad l’Impalatore, un personaggio veramente esistito, alfiere della chiesa che usava impalare i miscredenti e gli eretici. Per questo motivo, il personaggio reale ha poi ispirato il personaggio di fantasia, ovvero il conte Dracula.
Del conte Vlad sono rimasti 3 luoghi storici: il castello di Bran, quello meglio conservato e più interessante da vedere, la casa del Conte Vlad a Bucarest (attualmente non visitabile perché in ristrutturazione) e le rovine della fortezza Poenari, un castello che si trova in cima ad una montagna, ancora visitabile, ma dopo più di 1400 gradini da salire.
Mentre mi reco in direzione Bran, la mia attenzione è presa dal castello di Cantacuzino, soprattutto per il motivo con cui si attirano i turisti: questo castello è la sede delle riprese della scuola che frequenta Mercoledì, la giovane adolescente della famiglia Addams nell’ omonima serie televisiva. La deviazione è d’obbligo.
Riprendo la strada x Bran, intanto la pioggia ha smesso e decido di togliere l’antipioggia. Raggiunto il castello di Bran, faccio qualche foto e riparto quasi subito.
Mi dirigo verso Sibiu, un altra città piuttosto importante per la Romania, dove ho preso l’albergo. Scaricata la moto e fatta una doccia, inizio a girare il centro città, piuttosto vivace (considerando che è Ferragosto anche x i romeni). Mi fermo in un ristorante per la cena ed alla fine come dessert mi offrono il Papanasi, una serie di 3 polpettine di pasta dolce su un letto di yoghurt e crema di lamponi, veramente squisito (tipico di Sibiu).
Direi che x oggi ho fatto tanto, meglio che vada a riposare, xchè domani affronterò 2 volte i carpazi..
tracciato del giorno 15/8 https://goo.gl/maps/HZ8z29BSqpioQyZK8
Canzone del giorno https://youtu.be/tg3m1N6V_fk?si=XJz1rXtUpMUtYGlk che con Mercoledì in giro è d’obbligo
Giorno 16/8 - Transfagarasan e Transalpina
360Km - 7h34’ previsti
Ed arriva il grande giorno, quello in cui bisogna sentirsi sicuri di sé per la preparazione: al Giro d’Italia si sarebbe parlato di tappone alpino o appenninico, al Tour de France di tappone Pirenaico, ma questo l’ho chiamato il tappone Carpatico. Non so se si dice così, anche xchè quello che temo è la strada più che non il come definirla. La prima, la Transfagarasan, è la strada più bella del mondo, o perlomeno così l’hanno definita i 3 conduttori del programma Top Gear. Ma di certo la seconda, la Transalpina, non è certo da meno. Basti pensare a come per relativamente pochi Km, il tempo di percorrenza sia dilatato. E non penso che sia dipeso dal traffico automobilistico.
Faccio colazione e carico la moto per ripartire. In realtà avrei voluto fare tappa a Cartisoara, per evitare di fare avanti ed indietro di 35Km da Sibiu, ma gli alberghi non avevano la possibilità di comprendere contemporaneamente il parcheggio e la colazione. Arrivo a Cartisoara e mi fermo a fare benza. Qui trovo un gruppo di motociclisti che stanno facendo colazione. Saluto con un “Are we all going on the same route?” Esco dopo aver saldato il conto e mi si avvicina uno del gruppo: “ma xchè non parli italiano? noi siamo di Capodistria!!!” Passo piacevolmente qualche minuto a chiacchierare con loro, sulla strada percorsa e quella che farò. Loro sono una famiglia di motociclisti: padre, madre, figlia con fidanzato, zio1 e zia1, zio2 e zia2. Una grande famiglia, una ruota per uno, anche se il padre mi dice che forse faccio meglio io a muovermi da solo, così mi fermo quando voglio, mangio quando voglio etc, mentre in gruppo si deve sempre un pò mediare.
Ci salutiamo, dopo che mi hanno dato del pazzo ad affrontare i due Trans nello stesso giorno: loro hanno fatto ieri la Transalpina e sono già provati. Partono mentre sto riempiendo l’olio all’oliatore automatico della catena. Dopodichè mi metto in marcia. All’inizio è tutto tranquillo, strada pianeggiante e asfalto nella norma, ma dopo poco si fa sul serio. La strada inizia ad arrampicarsi in tornanti sempre più raccolti. Incontro anche dei lavori in corso, una specie di foratura della parete rocciosa, sotto il quale il traffico passa normalmente, a senso unico alternato. Niente a vedere con le norme antinfortunistiche…
Continuo a salire fino ad una sorta di piazzola con vendita di souvenir e roba da mangiare e bere. Mi fermo xchè cerco degli adesivi ricordo della Transfagarasan e ritrovo la famiglia. Comprati alcuni adesivi, riparto a salire fermandomi di tanto in tanto a fare foto: il panorama è davvero spettacolare, nonostante il cielo non sia dei più belli da vedere. Scollino ed inizia la discesa. C’è stata un pò di pioggia quindi affronto la discesa con rispetto del fondo un pò viscido. Vedo davanti a me un biker con una Transalp d’epoca, di quelle con il faro esagonale irregolare e cerco di seguirne le traiettorie. Ad un certo punto inchioda: c’è un orso a bordo strada!!! Non un pupazzo, ma un orso vero, che si muove.
Sto registrando tutto con la Insta360, quando ad un tratto al mio amico apripista sfugge dalle mani il telefonino. L’orso si volta e lo guarda. Lui lentamente abbassa il cavalletto laterale e si china a raccoglierlo, mentre l’orso si volta dall’altra parte. Ok, si sente al sicuro. Il mio apripista rimette dritta la moto e riparte. Ma giusto qualche metro dopo mi si spegne la Insta360: percorro circa 500 Metri e poi mi fermo per cambiare la batteria. Non so se ci sono altri orsi in giro, ma non voglio perdere troppa strada con la Insta, quindi cerco di fare in fretta. Riesco a cambiare la batteria e riparto prima di una Ferrari al cambio gomme.
La strada prosegue con un certo saliscendi , con un pò di pioggia e poi di sole, seguendo le coste del Lago artificiale Vidraru fino ad arrivare alla diga di Vidraru.
E’ proprio questo un aspetto che rende la Transfagarasan così affascinante: le coste del lago Vidraru vengono seguite pedissequamente, quando in alcune gole riempite dall'acqua si sarebbe fatto un secolo prima a costruire un ponte. Ma Ceausescu l’ha costruita senza badare a spese in risorse, umane e non, per fare in modo che le truppe potessero superare agevolmente i Carpazi.
Alla diga mi fermo a fare un pò di foto, al lago, alla diga stessa ed alla statua di Prometeo che sovrasta la diga
Ma la Transfagarasan non è finita, e qui la cera si consuma, ma la processione non cammina. Quindi riprendo la strada, quando, dopo un paio di gallerie, vedo alcune auto che inchiodano: Caspita! Un altro orso!!!
Passo davanti alla Fortezza Poenari (alle sue rovine), ma non mi fermo. Dal basso non si vede niente, quindi preferisco accorciare i tempi.
Arrivato a Curtea de Arges mi dirigo in direzione Novaci, dove inizia la Transalpina. Ci sono 113Km e quasi 2h di strada, per cui meglio darsi una mossa.
Sono passato da Nord a Sud dei Carpazi, ed adesso devo fare da Sud a Nord: in pratica sono passato dalla Transilvania alla Valacchia ed adesso supererò di nuovo i Carpazi per tornare in Transilvania. La mitica 7C mi ha portato al primo salto, ed adesso vado a “caccia di guai” verso la 67C. Arrivo a Novaci e prendo la Transalpina. La strada va su un bel pò nel bosco fino a che le piante si diradano, lasciando l’orizzonte aperto ed anche un vento assassino, che sembra volermi pugnalare con le le sue folate: sento come lame di ghiaccio dovute all’acqua che avevo preso prima. Poco male, xchè mi sono asciugato molto velocemente.
Ma arrivato in cima non ho potuto esimermi dal fotografare il panorama dalla vetta. Prendo alcuni adesivi anche qui e poi riparto.
Arrivo al lago di Oasa e qui prendo un altro adesivo (due me li regala un venditore: ottima come politica di vendita per attirare i clienti!!!)
Dopo di che riprendo a scendere. Nonostante la guida mi ha proposto delle strade in cui non sono rimasto nella stessa posizione, le spalle, l’interno cosce oltre al collo chiedono pietà. Mi fermo e mi metto a capire le strade da percorrere. Rinuncio all’orgoglio e decido di deviare prima di finire la Transalpina, quindi prima di raggiungere Saliste. Ho prenotato l’albergo a Alba Iulia, quindi, arrivato a Sugag, dirigo verso il riposo.
Arrivato in albergo scopro che posso cenare in loco, per cui scarico la moto e faccio una doccia per togliermi di dosso anche il gusto di fango alzato dalle ruote delle auto che mi hanno preceduto. La Flying V è conciata da sbatter via per quanto è sporca. Controllo la trasmissione ed il livello dell’olio ed è tutto ok. Dopo cena la consueta chiamata alla moglie e poi a nanna, che domani la strada non è solo di lunga durata, ma anche lunga come chilometraggio.
tracciato del giorno 16/8 https://www.relive.cc/view/vZqNLg8e5GO
Canzone del giorno https://youtu.be/C2fwJU0EmJ8?si=1xMO8Q24in2U_LIH visto che con oggi chiudiamo il capitolo Dracula
Giorno 17/8 - Da Alba Iulia a Maribor via Budapest
837Km - 8h27’ previsti
Se ieri è stato il tappone Carpatico, oggi non si tratta soltanto di un semplice trasferimento. Si, in effetti è semplice: si raggiunge l'autostrada e si torna verso casa.
La teoria è sempre più semplice della pratica. Cerco di partire sul presto dopo la solita colazione abbondante, e sfruttare al meglio il fresco del mattino.
Ritrovo gli stessi blocchi di autostrada per cui veniamo deviati sulle statali, ma per fortuna non c’è tutto il traffico dell’andata (evidentemente quello era un giorno da bollino nero anche per loro). Cerco di ricordare di non passare il confine ungherese se non con il pieno, ma quello che avevo dimenticato era la coda! Mi faccio largo e passo il confine. Guido fino ad un Autogrill dove mi fermo a mangiare qualcosa. Poi tiro avanti fino a Budapest, dove mi dirigo allo stesso Auchan con distributore, dove faccio il pieno. Vicino a questo c’è un Decathlon, per cui cerco se come in Italia hanno i frigoriferi con all’interno le bevande fresche reintegranti i sali minerali . Purtroppo in Ungheria non è un tipo di servizio che il Decathlon offre. Riparto alla volta del secondo confine. Arrivo in riserva, giusto anche per rifare la Vignetta Slovena, che per il giorno era ancora valida, ma l’indomani sarebbe stata scaduta. Riparto alla volta di Maribor, ma è da che sono sveglio che un pensiero mi attanaglia: oggi è una data per me importante: sono 20 anni che sono partito dalla terra natia per vivere la vita che volevo. Mentre la strada scorreva sotto le ruote, pensavo alla scelta che avevo fatto e che rifarei. Anzi, che avrei fatto prima se avessi potuto. Ed intanto rivedo nei ricordi le siepi della tangenziale est di Milano. E mentre mi perdo in questi ricordi, entro a Maribor, verso il secondo albergo che ho prenotato in questa città. Solo che questo è in pieno centro.
Dopo la doccia esco a fare due passi, e vado a vedere la piazza centrale, il Lent (lo scalo fluviale), dopodichè cerco un posto per cenare e vado in una Pizzeria. Scelgo di prendere una pizza con burrata e mi portano una pizza di quelle formato famiglia!! Con la fame che ho la divoro, e dopo mi lascio scappare con il cameriere che una pizza così non va bene per il business, xchè poi nessuno prende il dessert… Ci mettiamo a ridere un attimo, pago il conto e torno in hotel, che domani si torna a casa, ma comunque non sarà una passeggiata.
tracciato del giorno 17/8 https://www.relive.cc/view/vwq1rNLAzBv
Canzone del giorno https://youtu.be/XSjt0ZEYFPw?si=FdVWZ4JivQnp4kpv mai canzone più adatta a come sento la mia vita adesso: innamorato della vita, di quest’avventura: così vorrei che non finisse mai!!
Giorno 18/8 - Da Maribor a Casa con “deviazioni”
635Km - 6h46’ previsti
Ultimo giorno di viaggio in moto, quello del ritorno a casa. In albergo la colazione inizia alle 6.30, ma vuoi il cambio di fuso o semplicemente la stanchezza, mi alzo con comodo alle 6.45. Faccio colazione, pago qualche balzello all’Hotel (parcheggio e tassa di soggiorno) e riparto. Ho praticamente il pieno quindi mi metto di buona lena sulla strada che mi porterà a Gorizia: la vignetta è ok, quindi non dovrei essere a rischio di multe del genere.
Intanto penso che non può finire così, lineare, questo mio viaggio. Ieri sera ho inviato un messaggio ad un amico veneto, ma, quasi quasi provo a rompere le uova nel paniere ad un altro amico che non rientra nella cerchia della moto.
“pronto? come stai? Ma se passo da Padova ci sei? Mangiamo un boccone insieme?”
Intanto invio un messaggio anche all’altro amico, così da potersi organizzare per il mio arrivo in ritardo.
Arrivo alla frontiera e succede l'inimmaginabile: la temperatura si alza di colpo, di 4 - 5°C, come se il Friuli fosse parte della Pianura Padana con la sua umidità stagnante.
Tiro dritto fino a Padova a trovare Alessandro, uno dei ragazzi che ho tutorato durante le alternanze scuola - lavoro e che adesso fa il disegnatore meccanico. Mi sento molto orgoglioso di lui. Riparto in direzione casa, ma devo fermarmi a fare benzina, quindi sposto di nuovo l’appuntamento. Per me, se mi manda a quel paese, ha tutte le ragioni del mondo. Arrivo vicino a piazza Bra, a Verona, e lui è lì che mi aspetta, al parcheggio delle moto: Dan Dan che mi accoglie col suo sorriso!!!
Ci fermiamo ad un bar per un caffè, una cedrata e tutto il piacere di incontrarsi.
Una tappa inevitabile (ancora grazie per la disponibilità Daniele!!)
Riparto per il forno ventilato che è l’autostrada, mentre sto grondando da ogni poro della pelle. Arrivo a Seriate ed esco dall’autostrada, scegliendo la statale verso Bergamo per poi Brivio ed infine casa.
tracciato del giorno 16/8 https://goo.gl/maps/jVcBjztfipvWF3z76
Canzone del giorno https://youtu.be/Bx51eegLTY8?si=reSII2c4y4pIBl6h Più fine missione di questa.....
E strano trovarsi alla fine di un racconto, e non sapere da dove incominciare con le conclusioni. Penso a cosa porterò con me di questa esperienza: il senso della prova con me stesso, l’ipocondria legata alla moto ed a ogni eventualità nefasta, la bella esperienza di scoprire dei paesi che possono mostrare tanto, pur essendo rimasti legati alle proprie tradizioni. Ma ho anche notato il senso del rispetto verso il viaggiatore, colui il quale percorre una terra non sua, con la voglia e l’umiltà di comportarsi come ospite, fare in modo da non essere incomodo e portare via con sè il gusto di una cultura nuova, senza filtri frapposti: una cultura non migliore o peggiore, ma semplicemente diversa.
Sono sicuro che quando rileggerò questo testo, avrò altri particolari che, riaffiorando alla memoria, vorrò inserire, ma spero di fermare il testo così com’è, come una fotografia imperfetta a cui, chi vuole, potrà aggiungere personalmente dei particolari.
Il viaggio è stato super concentrato e molto faticoso, anche se il grosso l’ha fatto la Flying V, la mia Nc750X, che, nonostante la media cilindrata , in salita si è dimostrata competitiva con moto ben più blasonate e potenti.
La compagnia dei miei pensieri, le mie fantasie, le mie curiosità, con la musica che continuava ad andare nonostante tutto, sempre con un occhio di riguardo a ciò che avveniva in strada.
Resta il gusto di un sogno, che poi è diventato un progetto, per trasformarsi giorno dopo giorno in realtà. Una realtà che a sua volta si è trasformata in un sogno ad occhi aperti, con colori, profumi, paesaggi sempre nuovi ed interessanti.
La realtà delle braccia di mia moglie, che mi hanno accolto quando il viaggio si è concluso esattamente dove è incominciato: a casa.
Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare, ma non raccontare a me che cos'è la libertà…
Maledetti costruttori di auto tedesche, che usano per i suv i soprannomi che i forum italiani dedicano simpaticamente agli scooteroni cinesi...
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Re: ...E si va a Trans Rumeni !!!
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Re: ...E si va a Trans Rumeni !!!
Grande Angelo, mi hai fatto sognare con il tuo racconto giorno per giorno, hai passato dei posti davvero bellissimi e mi hai fatto ripensare al mio primo viaggio in Spagna e Portogallo fatto l'anno scorso che non ho ancora dimenticato come prima esperienza di lunghi viaggi.
Come racconto è bellissimo, mi hai fatto entrare mentalmente nel tuo viaggio e mi sembrava di essere li in moto conte, hai fatto un'esperienza fuori dal comune avvicinandoti nei posti dove adesso cè la guerra. Ti ringrazio di essere passato a trovarmi ma se anche arrivavi a mezzanotte ti avrei atteso comunque per me non cè problema l'importante è che sei arrivato a casa dopo aver realizzato il tuo sogno.
Come racconto è bellissimo, mi hai fatto entrare mentalmente nel tuo viaggio e mi sembrava di essere li in moto conte, hai fatto un'esperienza fuori dal comune avvicinandoti nei posti dove adesso cè la guerra. Ti ringrazio di essere passato a trovarmi ma se anche arrivavi a mezzanotte ti avrei atteso comunque per me non cè problema l'importante è che sei arrivato a casa dopo aver realizzato il tuo sogno.
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Re: ...E si va a Trans Rumeni !!!
Grazie Dan Dan..
Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare, ma non raccontare a me che cos'è la libertà…
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- cure
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Re: ...E si va a Trans Rumeni !!!
... Ætereo ...
Possiamo ora affermare che di strada se ne è fatta tanta dal 250 melone ad oggi!
Complimenti per il corraggio d' aver perseguito, affrontato e portato a casa questo tuo sogno.
Considerazione da Amico :
Ti confesso che a tratti ho avuto difficolta, nonostante il "patos", a leggere per intero
il tuo straordinario diario di viaggio...la soglia d' attenzione ha un ciclo ben delineato, perdonami.
Considerazione da Admin/Founder :
Ti dovrei "cazziare" per questa tua estesa "prolissàggine"
Concludo il mio intervento con una battuta di spirito :
Attenzione al titolo del topic!!! ... potrebbe essere ...
FUORVIANTE
.
Possiamo ora affermare che di strada se ne è fatta tanta dal 250 melone ad oggi!
Complimenti per il corraggio d' aver perseguito, affrontato e portato a casa questo tuo sogno.
Considerazione da Amico :
Ti confesso che a tratti ho avuto difficolta, nonostante il "patos", a leggere per intero
il tuo straordinario diario di viaggio...la soglia d' attenzione ha un ciclo ben delineato, perdonami.
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________________________________________"non correre mai più veloce di quanto il tuo Angelo Custode possa volare"
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Re: ...E si va a Trans Rumeni !!!
Grazie per i complimenti Cure. Comprendo davvero la questione spazio e la lunghezza del "diario di bordo". In effetti l'inserimento della "canzone del giorno" aveva proprio questo scopo: inframezzare il racconto fra un giorno e l'altro, magari rivivendo in qualche modo l'atmosfera che vivevo. Considera inoltre che ho dovuto comprimere e/o saltare diversi aneddoti, proprio per evitare di essere prolisso. Se dovessi parlare di Video girati arriviamo a 485Gb di materiale: non sono pochini nella totalità, ma se li suddividiamo per il numero delle giornate, sono molto di meno del girato per un incontro Xciting the club.
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Re: ...E si va a Trans Rumeni !!!
Dimenticavo: il titolo del 3d é fuorviante, ma fa capire il "fastidio" al fondoschiena al rientro a casa...
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Re: ...E si va a Trans Rumeni !!!
Ahahah grande Angelo, ti confesso che mentre leggevo ho anche pensato ‘ma a casa, come ci è arrivato?!’Ætereo ha scritto:ma fa capire il "fastidio" al fondoschiena al rientro a casa...
Complimenti!
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Re: ...E si va a Trans Rumeni !!!
Grazie grazie Teo!!!
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